lunes, 22 de febrero de 2010

Come fare promozione on line


Sono sempre di più le imprese che fanno promozione on line. I dati parlano addirittura di crescite negli ultimi due anni del 40/50% della pubblicità su internet! Ma da cosa dipende questo boom? Dal fatto che sul web la pubblicità costa meno e rende di più rispetto ai mezzi tradizionali. Attenzione però la promozione on line rende molto solo a chi la sa fare. Ecco quali sono i criteri di chi ci opera professionalmente...

In Italia crescono sempre di più gli utenti internet (sono diventati 27 milioni dati Nielsen NetRatings) e grazie alla banda larga aumenta anche il tempo che si naviga in rete. Un dato interessante per chi fa promozione on line, o ha in progetto di farne, è il cambiamento avvenuto in questi anni ma soprattutto nell'ultimo: aumenta il numero delle persone che preferisce internet alla televisione (secondo una ricerca del Politecnico di Milano ). Inoltre c'è una maggiore propensione all'acquisto on line, un utilizzo più maturo che favorisce il business in ogni settore, lo sviluppo della rete che consente ormai di trovare con un semplice click qualsiasi prodotto, informazione o contatto di cui un utente può aver bisogno. Se fino a poco tempo le ricerche venivano fatte sulle Pagine Gialle oggi le stesse ricerche si fanno sui motori di ricerca con il vantaggio dell'immediatezza unita ad un'informazione senza confronti.
Per le imprese, almeno per quelle che sono entrate nella logica di internet, la promozione on line sta diventando una pacchia. Lo dimostrano i dati davvero da boom che fornisce periodicamente Nielsen Media Research. In Italia l'advertising su Internet registra una crescita del 40/50% ogni anno. La promozione on line sta facendo passi da gigante, e l'incremento è decisamente superiore a qualsiasi altro mezzo di pubblicità tradizionale.
Ma in cosa consiste la pacchia? Soprattutto nel risparmio. La promozione on line ha costi molto più bassi rispetto a qualsiasi altro mezzo e per di più i costi possono facilmente essere quantificati in termini di risultati. Quest'ultimo aspetto è soprattutto quello più interessante per le piccole e medie imprese che, oltre a non disporre di risorse sufficienti da investire su mezzi come televisione, stampa o affissione, non possono permettersi neanche il rischio di un mancato guadagno. Con il web invece si può iniziare a fare pubblicità anche con 50 euro, si può stabilire ogni giorno quanto investire, si può cambiare in ogni momento il messaggio, si può sapere quanto ha reso l'investimento.
Eppure, malgrado la crescita strepitosa di internet e i suoi costi decisamente bassi, ci sono ancora moltissime imprese che rimangono fuori dal business e continuano a fare pubblicità sulle Pagine Gialle. Sicuramente è un fatto di cultura e anche di settore. Coloro che, ad esempio, operano nel turismo o nella formazione sono stati costretti al cambiamento perchè ormai chi viaggia si informa prevalentemente su internet. A parte qualche eccezione nel complesso, però, si registra ovunque una grande difficoltà ad entrare nella logica della rete e di come attraverso essa creare valore alla propria impresa.
Per fare promozione on line è necessario aver chiaro che chi naviga su internet cerca informazioni prima di stabilire un contatto o fare un acquisto. Innanzitutto cliccherà su un annuncio se il messaggio lo ritiene adatto a soddisfare le sue esigenze e poi si regolerà in base alle informazioni presenti nel sito. Da ciò è semplice dedurre che il successo di qualsiasi promozione è determinato in primo luogo dalla capacità di conquistare la fiducia del potenziale cliente attraverso il messaggio pubblicitario e poi di conquistarla attraverso le informazioni pubblicate nel sito. Sebbene il concetto sia semplice è di estrema difficoltà farlo comprendere. Spesso, chi ci contatta per migliorare la sua visibilità, fa confusione tra estetica del sito e la sua efficacia commerciale. Nella gran parte dei casi i bei siti hanno lacune vistose sotto il profilo della comunicazione e sono costruiti ancora con la logica del depliant.
Ma allora come si fa la promozione on line?
Innanzitutto verificate se dal vostro sito vi arrivano, con gli accessi attuali, contatti utili da potenziali clienti. In caso contrario, o se il rapporto di conversione tra visite e contatti è molto basso, fermatevi perchè cambierebbe ben poco facendo pubblicità. Se volete potete contattarci e già per telefono possiamo dirvi quali sono le correzioni da apportare.
Nel caso invece siete soddisfatti dei risultati allora è il caso di spingere l'acceleratore con la promozione on line. Prima di farla verificate quali sono le pagine che hanno una maggiore consultazione o gradimento e, se ne avete la possibilità, cercate di capire da quale parte del sito vi arrivano i contatti. Inoltre analizzate quali sono i prodotti o i servizi maggiormente richiesti perchè è su quelli che dovrete iniziare a lavorare. Prima di tutto nello sviluppo del messaggio e poi, ve lo consigliamo, creando la classica pagina di atterraggio e cioè quella che molti realizzano (diversa dalla home page) nella quale un potenziale cliente raggiunge immediatamente cosa cerca. A questo punto non vi resta altro che individuare i mezzi attraverso i quali veicolare la vostra promozione on line.
Il mezzo più conosciuto è Google Adwords che corrisponde ai famosi link sponsorizzati che siamo abituati a vedere nei risultati del più famoso motore di ricerca del mondo. Che funzioni non c'è dubbio dal momento che questo mezzo porta a Google un notevole numero di miliardi di dollari! Ci sono poi da considerare i portali che hanno pagine molto visitate e vicine al vostro business. Inserire un vostro link in queste pagine ha un doppio vantaggio: crea popolarità al vostro sito e porta click qualificati. Ad esempio Romaexplorer è uno dei portali più efficaci (anche più economico rispetto a Google) per farsi pubblicità. Ogni giorno genera oltre 30.000 click ai siti presenti nelle sue pagine e viene utilizzato spesso proprio per aumentare la popolarità su internet.
La promozione on line non finisce qui, il web offre una molteplicità di mezzi per aumentare traffico e contatti. Ad esempio l'email marketing, quando viene utilizzato con intelligenza, è un altro mezzo formidabile per fare business su internet o, se non si hanno liste proprie, l'uso di newsletter a target. In ogni caso il mezzo migliore rimane sempre quello del posizionamento sui motori di ricerca attraverso l'ottimizzazione del sito e dei suoi contenuti. Il motivo? Perchè quando si ha un sito ben posizionato le visite e i contatti vengono spontaneamente senza dover pagare nulla!
E allora non credete che anche per voi è giunto il momento di provare? In questo caso inviateci una mail specificando il tipo di servizi ai quali siete interessati e vi suggeriremo il modo più appropriato per iniziare a fare promozione on line.


domingo, 21 de febrero de 2010

Posta elettronica e marketing: le email arrivano sempre?


L’email è oggi lo strumento di comunicazione diretta più utilizzato dalle aziende per inviare informazioni ai propri clienti. È essenziale però accertarsi che l’email sia regolarmente "consegnata" nella casella di posta del destinatario.

I filtri anti-spam, la correttezza degli operatori e la competitività dei costi sono alcuni dei fattori che hanno contribuito, negli ultimi tempi, a migliorare l’offerta di servizi di email marketing. Questa continua crescita incorona l’email come lo strumento più diffuso di comunicazione diretta attraverso Internet, che permette alle aziende di gestire e integrare nella maniera più efficace i database di contatti a cui inviare comunicazioni pubblicitarie. È essenziale però che l’email sia regolarmente "consegnata" all’indirizzo del destinatario.

La consegna (delivery) al destinatario delle email inviate non è garantita. Se il mittente riceve una notifica di mancata consegna, sa almeno che il destinatario non l’ha letta. Ma se l’email non arriva a destinazione e non "torna indietro", si pensa che il destinatario l’abbia ricevuta e non sia interessato, oppure sia poco cortese e non voglia rispondere.

Il concetto di deliverability, ovvero la consegna o meno di un messaggio di posta elettronica, nasce contestualmente alla diffusione dello spam, a causa di un aumento vertiginoso del traffico email. Attualmente, si stima che oltre l’80% delle email mondiali sia spam. Questo comporta un inutile spreco di risorse, quali banda, spazio, e tempo, nella gestione della propria casella postale.

Gli Internet Service Providers (ISP) si sono impegnati ad adottare diverse contromisure per bloccare lo spam. I filtri agiscono essenzialmente secondo due modalità: dirottando la posta sospetta del destinatario nella cartella spam o addirittura bloccandone direttamente l’arrivo. Quando una mail legittima viene bloccata da un sistema antispam si parla di falsi positivi. Ridurre il rischio di incorrere in falsi positivi quando si spedisce una mail diventa una priorità, a maggior ragione, se si fa marketing online.

Per migliorare la deliverability si deve operare su aspetti di diversa natura: tecnica, come per esempio la velocità alla quale si spediscono le mail; di contenuto, quali la formattazione e la presenza di link di unsubscribe: una newsletter "ben fatta" ha più possibilità di passare attraverso le maglie dei filtri antispam; di relazione, ovvero siglando accordi con ISP; di autenticazione, con sistemi di riconoscimento dei mittenti corretti, e altri ancora.

L’email marketing è uno strumento diretto, efficace, mirato, misurabile e conveniente. Inserendo sul tuo sito un modulo per la registrazione alla newsletter, potrai raccogliere preziosi dati sui clienti della tua azienda, acquisiti e potenziali, e offrire loro valore, con contenuti esclusivi e di qualità.

Posizionamento primi posti di google


Nella nostra attività quotidiana sui motori di ricerca rileviamo costantemente un errore di interpretazione sul posizionamento nei primi posti. Quasi tutti pensano che il primo risultato sia più cliccato rispetto al secondo, il secondo di più rispetto al terzo e così via. Sebbene sia un vantaggio avere un posizionamento nei primi posti e comunque figurare più in alto possibile nei motori di ricerca, questo non si traduce in maggiori visite rispetto agli altri se la descrizione non corrisponde alle aspettative dell'utente. Vediamo di spiegare meglio il concetto.

Quando un motore di ricerca mostra i risultati notiamo che ognuno di essi è diviso in tre parti: titolo con il collegamento alla pagina, descrizione di una o più righe, url e altre informazioni accessorie. Normalmente chi fa una ricerca non si fa influenzare solo dal fatto che un link abbia un posizionamento nei primi posti ma ne determina l'attinenza leggendo titolo e descrizione. Che sia primo o quinto ha un valore relativo per lui, quello che conta è trovare il link che si avvicini maggiormente alle sue esigenze. E come lo determinerà? Leggendo velocemente e valutando nell'insieme risultato per risultato con un procedimento non sempre così logico come ci si potrebbe aspettare.
Vi starete chiedendo allora se c'è un modo per migliorare le vostre descrizioni ed ottenere un numero di click maggiore. Innanzitutto diciamo, per chi ha poca pratica, come modificare tecnicamente link e descrizione che compare in un motore di ricerca. Basta entrare nel codice della pagina e intervenire sul testo tra virgolette di due tag denominati Title e Description. Se modificare il testo è abbastanza semplice è più complicato invece comprendere il come. Ovvero: cosa scrivere per rendere più interessante la vostra pagina rispetto alle altre?
Un modo abbastanza veloce per avere un'idea è quello di digitare una parola chiave sui motori di ricerca e determinare voi stessi o qualcuno dei vostri collaboratori quali sono i link e le descrizioni più efficaci. Insomma determinare nei risultati presenti quali clicchereste di più cercando di capirne il motivo. Oltre a questo metodo empirico vi indichiamo di seguito alcuni criteri che vi saranno utili per ottimizzare le vostre pagine sui motori di ricerca. Il contenuto del testo studiatelo in relazione al target che desiderate raggiungere. Usate, quando vi è possibile, la leva della curiosità creando nell'utente la spinta ad approfondire. Cercate di eliminare nel testo parole inutili aumentando quelle che hanno una relazione con la chiave di ricerca. Se avete documenti che possono essere scaricati dal vostro sito od offerte gratuite (il gratis funziona sempre) non dimenticate di farne menzione.
Certamente questi sono alcuni consigli per migliorare il numero dei click al vostro sito ma non sono gli unici. Per essere esaustivi bisognerebbe entrare nel merito caso per caso tenendo d'occhio la concorrenza insieme alla rilevanza della parola chiave.


sábado, 20 de febrero de 2010

POSIZIONAMENTO NELLA SERP

Ci capita spesso di ricevere segnalazioni sul differente posizionamento del proprio sito su Google digitando la query su computer differenti od in momenti differenti. Per i non addetti ai lavori questo può risultare incomprensibile, in quanto immaginano Google come una sungola entità, ebbene questo è arrato. La struttura tecnica di Big G è infatti composta da numerosi datacenter, cioè gruppi di server dislocati in tutto il mondo. Dal 2006 grazie alla pubblicazione del progetto Big Daddy le informazioni principali su questa struttura sono diventate pubbliche. Ad oggi i datacenter conosciuti sono 36, 19 ubicati in US , 12 in Europa, 1 in Russia, 1 in Sud America e 3 in Asia.

Questa la dislocazione geografica della struttura di Google.

Ora torniamo al differente posizionamento.

Spesso questi gruppi di server non sono perfettamente allineati , e quindi a seconda di quale datacenter si occuperà di gestire la nostra query, si potranno avere dei risultati in serp diffferenti.

C'è da considerare anche il fatto che, specilamente negli ultimi anni, i risultati su google sono molto customizzati rispetto a chi effettua la query. Lo scopo di Google è quello di restituire dei risultati il piu attendibili possibile e adatti alla persona che ha effettuato la ricerca.

Quindi si potranno avere differenti risulatati anche al variare del browser del proprio computer, al sistema operativo ed a molti altri fattori che google prende in cosiderazione per restituire il miglior risultato specifico alla persona che lo sta effettuando la query.

Ora in questo periodo le serp di Google sono particolarmente ballerine, a partire dai primi giorni di maggio, sembra ormai chiaro che siano entrati in funzione alcuni algoritmi nuovi che hanno creato scompiglio nei risultati restituiti specie in qualche settore.

Molti addetti ai lavori che controllano di frequente le posizioni in classifica di siti propri e siti di clienti si vedono restituire serp sempre diverse e anche notevolmente diverse una dall’altra a causa dei continui aggiornamenti e secondo quale datacemter">datacemter riceve la query.

Un mezzo per verificare quali differenze ci siano nei vari datacenters lo fornisce questo utile tool onlline che, può fornire a richiesta dati molto interessanti secondo l’IP dei datacenters che vogliamo sia verificato.

Il tool per la verifica dei datacenters è questo qui linkato.

Molto utile sia per verificare le serp su molti datacenter in contemporanea e anche per la verifica di altri parametri che sono selezionabili dal menu a tendina come intitle, inurl, link e altri. Consiglio questo tool per la sua utilità anche se destinato prevalentemente agli addetti ai lavori che meglio potranno valutarne l’efficacia.


Posizionamento geografico


Uno dei principali motivi di successo di una campagna di posizionamento, per molte tipologie di siti web, è l'utilizzo di tecniche in grado di imporsi in ambito geografico, sia esso inteso come nazione o come zona più limitata territorialmente.

Esistono infatti attività che hanno esigenze di posizionamento a livello globale (un e-commerce, un'impresa multinazionale, ecc.) e altre che invece possono avere interesse ad imporsi nelle serp legate ad una zona specifica (si pensi ad un bed&breakfast di una grande città turistica, per il quale potrebbe risultare importante essere associato ad un quartiere, al centro, ad un museo importante...).

È consigliabile quindi "connotare geograficamente" le pagine di un sito al fine di:

  • Sfoltire le serp dalla concorrenza non legata al territorio di interesse, migliorando le chances di posizionamento ai primi posti
  • Intercettare ricerche sempre più mirate e quindi ottenere utenti più "convertibili" in clienti per i servizi/prodotti offerti

Lingua e nazione

Molti addetti ai lavori si accorgono oggi che il posizionamento in termini globali di un sito è molto più complesso rispetto agli anni scorsi. Gli algoritmi dei motori sembrano essere molto più intransigenti sulle chiavi straniere, proiettando di fatto molti siti italiani (o meglio le sezioni tradotte dei siti italiani) verso le retrovie delle serp straniere. Il più esemplare teatro di questa imponente selezione è Google.com, le cui pagine dei risultati sono ritenute ostiche su chiavi inglesi anche da molti SEO esperti.

Questo tipo di "penalizzazione" in realtà è orientata a migliorare la qualità delle serp, come sempre avvantaggiando risultati pertinenti e autorevoli. Il fatto che le sezioni "inglesi" dei siti italiani siano diventate meno competitive nel corso degli anni può essere quindi interpretato positivamente per l'utente che si affida alla versione "globale" di un motore per trovare risultati che abbiamo la massima autorevolezza internazionale.

Per lavorare su questa competizione è necessario un apprccio molto capillare e legato sempre di più ai 2 principi ricorrenti del posizionamento: la popolarità e i contenuti.

I motori (in particolare Google) tendono infatti a identificare la nazionalità di un sito in base a diversi fattori:

  • Estensione del dominio
  • Ip del dominio
  • Meta tag language all'interno dell'head:
  • Lingua dei contenuti effettivi del sito
  • Lingua dei link in entrata
  • Lingua dei link in uscita

L'ideale per competere efficacemente in ciascuna lingua, oltre naturalmente all'inserimento di contenuti e meta tag tradotti, è di creare versioni multiple del sito, sui rispettivi domini con i rispettivi suffissi (.com, .it, .es, .fr, ecc.), per poi sviluppare campagne di link popularity specifiche per ciascuna lingua/nazione.

Meno efficace, ma spesso più utilizzata anche per ragioni di budget, è la pratica di sviluppare le sezioni in lingua su differenti cartelle, con strutture simili a questa:

www.nomesito.it/ per le pagine in italiano

· www.nomesito.it/en/ per le pagine in inglese

www.nomesito.it/es/ per le pagine in spagnolo

e così via...

L'importante, anche in questo tipo di strutture, è cercare di segnalare con più forza possibile ai motori le rispettive connotazioni linguistiche, secondo le caratteristiche prima elencate.

Target geografico di Google

Per i webmaster titolari di un account Google esiste da tempo uno strumento che serve a specificare agli occhi del motore di ricerca la nazione di pertinenza del sito.

Per impostarlo è sufficiente accedere agli strumenti per i Webmaster di Google con il proprio account, selezionare il sito, cliccare su "Strumenti" e quindi su "Imposta target geografico".

In realtà, al momento il target geografico di Google non sembra essere un tool molto flessibile e potente: se il sito è su un dominio specifico di un paese (.it, .de, ecc...) , non è possibile scegliere target diversi.

Sarebbe invece molto utile se fosse permesso ad esempio associare specifiche aree a diversi target geografici, come per le strutture precedentemente presentate.

Ma Google ci ha abituato a miglioramenti in molti campi, quindi in futuro, soprattutto parallelamente agli sviluppi della "selezione" geografica degli algoritmi, questo strumento potrebbe diventare molto più completo ed efficace.

Dalla nazione al quartiere

Partendo dal principio delle lingue/nazioni, possiamo analizzare altre strategie di posizionamento che esistono e si rafforzano nel tempo, e che basano la propria efficacia sulla territorializzazione profonda di una attività.

Esse hanno sempre più successo grazie anche alle capacità più raffinate da parte degli utenti di articolare le proprie chiavi di ricerca, associando ad esempio al tipo di attività o prodotto cercato parole strettamente legate al territorio.

Per chi usufruisce di un servizio di posizionamento è quindi spesso conveniente puntare parte delle proprie risorse su questo tipo di ricerche.

· Prendiamo come esempio un concessionario automobilistico della marca X di Agrigento, che sia interessato ad un posizionamento nei motori di ricerca.

All'azienda sembrerà necessario apparire nelle serp per la chiave legata alla propria marca di veicoli:

concessionari x

concessionaria x

Ma pare evidente che, salvo specifici casi, i risultati di una ricerca di questo genere non servirebbero a molto, o quantomeno porterebbero all'utente la necessità di una ulteriore perdita di tempo allo scopo di trovare lo specifico concessionario della propria zona, e all'azienda di dover competere con un maggior numero di concessionari rischiando che l'utente abbandoni la ricerca o peggio trovi e si affidi ad un concessionario diverso.

La cosa che quindi risulterà più utile sarà la possibilità di intercettare anche le ricerche mirate di potenziali clienti che, se residenti ad Agrigento o nei dintorni, cercheranno nei motori parole chiavi più specifiche quali:

concessionari x agrigento

concessionari x provincia di agrigento

x agrigento

concessionari x zona agrigento

concessionari x sicilia

e così via...

Le statistiche di accesso e i tool usati dai webmaster per la selezione delle parole chiave confermano spesso che questo affinamento nella capacità degli utenti di consultare i motori di ricerca è reale e sempre più diffuso anche in Italia.

Il posizionamento mirato al target geografico si può quindi concretizzare con una serie di azioni specifiche, in particolare:

  • Articolando le chiavi come nell'esempio di cui sopra, aggiungendovi regione, provincia, città, zona, quartiere, ecc in base alle esigenze.
  • Inserendo le chiavi concordate anche nei meta tag: title, description e keywords.
  • Ottenendo backlink da siti dello stesso territorio o da sezioni di directory, spesso tematizzate anche su aree geografiche. DMOZ da questo punto di vista può risultare molto utile, in quanto arriva a catalogare realtà territoriali molto nello specifico:
    www.dmoz.org/.../Italia/Sicilia/Provincia_di_Agrigento/
  • Inserendo nel sito, ad esempio a piede pagina e/o nella tipica pagina "contatti", i recapiti completi: telefono, fax, indirizzo, ecc. Questo tipo di informazioni aiuteranno i motori a contestualizzare le pagine e renderle più competitive sulle specifiche chiavi.
  • Pubblicando su domini provinciali: essi hanno un'importanza al momento non essenziale in termini di posizionamento, ma comunque possono dare un valore aggiunto rispetto ai competitors. Sempre seguendo l'esempio agrigentino avremmo un url di questo genere:
    www.concessionariax.ag.it
  • Inserendo, laddove fosse possibile, link verso siti esplicitamente legati al territorio (regione, provincia, comune, portali della zona, turistici, ecc.)

viernes, 19 de febrero de 2010

OTTIMIZZAZIONE SITO


Uno degli aspetti da non sottovalutare quando si realizza un sito internet e si desidera una permanenza di qualità nel web è l'ottimizzazione di tutte le pagine.

L'ottimizzazione del proprio sito è infatti uno dei presupposti fondamentali e imprescindibili di ogni progetto di indicizzazione e posizionamento sui motori di ricerca e la qualità di questa ottimizzazione assicura da sola il raggiungimento di risultati efficaci. Ma che cosa vuol dire "ottimizzazione del sito"?

Ottimizzare un sito significa in sostanza facilitare il lavoro ai motori di ricerca: quando cioè i software (chiamati spider), di cui si avvalgono i motori di ricerca per indicizzare le pagine web, passano su un sito leggendo, memorizzando ed archiviando informazioni, si deve fare in modo che trovino su ogni pagina esattamente tutte le informazioni che cercano. L'ottimizzazione di un sito prevede infatti che ogni pagina del sito sia ottimizzata in modo tale che possa essere registrata e posizionata singolarmente sui motori di ricerca.

Ma quali sono gli elementi che possono ostacolare la lettura dei motori?

Anzitutto un codice mal costruito e poi, di serio ostacolo, è l'assoluta mancanza di testi o la loro scarsità.

Quali invece quelli che aiutano il posizionamento di una pagina?

Anzitutto ogni pagina del sito web deve avere uno scopo ben preciso e deve focalizzare un messaggio che sia parte di un definito argomento. Una pagina ben realizzata sarà tutta tesa e concentrata ad evidenziare specifiche parole chiavi (keywords) che riguardano l'argomento esaminato e avrà come obiettivo il posizionamento sui motori di ricerca con una combinazione di parole chiavi stabilita.

Ma come si ottimizzano le pagine web di un sito?

Bisogna anzitutto entrare nel codice delle pagine e introdurre e/o modificare i cosiddetti meta tags: quegli elementi che forniscono informazioni preziose ai motori per la classificazione e l'assegnazione di rilevanza ad ogni pagina.

L'ottimizzazione di un sito conferisce grande valore al tag Title che deve contenere la parola chiave principale della pagina.

Il meta tag Description deve includere almeno la parola chiave già presente nel Title, ma bisogna evitare le liste di parole che molti motori di ricerca considerano spam. Non dimentichiamo poi che la Description è spesso visibile sulla pagina dei risultati de motori, perciò deve essere accattivante (un lungo e sterile elenco di parole rischierebbe di provocare il disinteresse da parte dell'utente!).

Il meta tag Keywords, ormai poco considerato da molti motori di ricerca, deve racchiudere poche parole chiavi tra le quali quelle che compaiono nel Title e nella Description.

Ci sono poi i nomi dei files che compongono il sito che aiutano il posizionamento di una pagina se contengono le parole chiavi sulle quali la pagina stessa è ottimizzata.
Il risultato di tutto questo lavoro di ottimizzazione? L’acquisizione di traffico selezionato e "profilato" da parte del vostro sito.
Lysan Consulting offre gratuitamente un servizio di analisi che vi permetterà di capire dove state sbagliando e cosa può essere migliorato per ottenere una migliore visibilità.


Nuovi potenziali clienti con l’e-mail marketing


Lettere, cartoline, telefonate o messaggi promozionali non sono altro che gli antenati della moderna e-mail. Ma, anche se i mezzi e le possibilità sono aumentati a dismisura, anche se i tempi di realizzazione e di consegna sono più che dimezzati, il problema principale che un comunicatore deve risolvere è ancora lo stesso: "Come raggiungere il pubblico giusto con il messaggio appropriato?" Con il passare del tempo e con il continuo evolversi delle conoscenze nel campo del Direct Marketing, ci si rende conto sempre di più che non è assolutamente possibile usare "messaggi universali", perché il campo all’interno del quale ci si muove non è un tutto inscindibile, insomma, non esistono I CLIENTI punto e basta. Per ottenere una risposta la cosa migliore è prendere atto dell’effettiva frammentazione che c’è all’interno di questo mondo e aggiustare il tiro di conseguenza. Come abbiamo detto in apertura, il proliferare delle aziende on-line e l’indiscriminato aumento del materiale pubblicitario che intasa quotidianamente le nostre caselle di posta elettronica, rende sempre più difficile il compito di chi vuole attrarre l’attenzione del cliente e magari stimolarlo all’azione e ottenere da lui una risposta. In uno scenario come quello fin qui descritto ci sono però dei criteri di massima che possono aiutarci nella stesura dell’e-mail. Ve li proponiamo schematicamente di seguito perché possiate tornare a fruirne ogni volta che troverete a dover risolvere un dubbio:
1) COLPO D’OCCHIO
Un'azione di web marketing attraverso posta elettronica deve essere prima di tutto ben confezionata deve colpire e generare interesse. Se sbaglio a scrivere l’oggetto della mia e-mail, più dell’80% dei miei interlocutori mi cestinerà nel momento stesso in cui riceve la mia comunicazione.
2) CHIAREZZA E SEMPLICITA’
Frasi e paragrafi brevi sono preferibili ai lunghi monologhi, per di più molto spesso senza capo né coda. Inoltre (piccoli suggerimenti pratici) i caratteri che compongono il nostro testo devono essere leggibili anche da persone di una certa età, se per caso si decide di usarne più di uno, bisogna prestare attenzione che non siano incompatibili l’uno con l’altro, e sceglierli tenendo comunque conto del tono della nostra comunicazione: formale, diretta etc.
3) ESSERE INVITANTI
Un'azione di web marketing attraverso posta elettronica è molto simile ad un invito, o meglio ancora, fa pensare al suggerimento di un amico che ti sta consigliando una cosa fantastica, un’occasione da non perdere, e proprio come il consiglio di un amico, spesso non deve prevedere nessun obbligo e nessun rischio. Quindi chi riceve la vostra e-mail deve essere invogliato non soltanto ad aprirla, ma a leggerne attentamente (almeno in parte) il contenuto.
4) FATELI TORNARE BAMBINI
Creare un senso di eccitazione o fare qualcosa di insolito è spesso necessario per attirare l’attenzione. Se siete in grado di farlo, e se le vostre idee non costano troppo, fate di ogni vostra comunicazione diretta un regalo da scartare, fate in modo che la vostra mail sia una gioia per gli occhi (colori, fotografie e altri accorgimenti grafici aiutano non poco).
5) DOVETE CONVINCERLI
Bisogna tenere bene a mente che il fine ultimo del vostro lavoro è OTTENERE UNA RISPOSTA. Tutti i vostri sforzi, creativi o economici che siano, devono portare il cliente a prendere contatto con voi. Immaginate di dover creare una strada lastricata che porti il cliente da voi, ogni annuncio è un piccolo mattone, più la strada è bella, accattivante e veloce, più il vostro cliente sarà invogliato a percorrerla.
Perché nel Marketing c’è tutta questa eccitazione riguardo ad Internet? Perché, benché sia l’ultimo arrivato, è già un mezzo maturo. Adesso Internet è un affare serio e un elemento del quale è impossibile non tenere conto in qualsiasi attività commerciale. L’e-mail, in conseguenza di ciò, è divenuto il mezzo principe (e più economico) per effettuare una campagna di web marketing.


jueves, 18 de febrero de 2010

Motori di ricerca e Keywords


Molte aziende ignorano ancora i criteri che adottano i motori di ricerca per stabilire la rilevanza di una pagina web. Ovvero perché alcune sono riportate nella prima pagina dei risultati ed altre nella centesima o millesima. Sebbene i motori di ricerca si guardano bene dal diffondere i loro algoritmi e anche il più esperto dei SEO (search engine optimizer) ne è all’oscuro, vi sono alcuni criteri di dominio pubblico la cui conoscenza è fondamentale per chi fa o vorrebbe fare business sul web. Tutto parte dal semplice gesto che ogni giorno fanno milioni di persone: digitare in un motore di ricerca una parola (o due o più parole nella maggior parte dei casi) per trovare informazioni. Mentre il successo di un motore di ricerca è determinato dall’attendibilità dei suoi risultati, il successo di un sito web dipende dalla sua abilità di interpretare i criteri attraverso i quali un motore di ricerca fornisce quei risultati. Come si diceva in precedenza vi sono alcuni criteri facilmente intuibili. Il sito di un ristorante, ad esempio, non comparirà mai nella prima pagina di Google digitando storia contemporanea o elettricisti a Brescia per il semplice motivo che questi termini saranno assenti. Ma anche se ci fossero il software li escluderebbe perché irrilevanti rispetto alle parole che hanno una relazione con la ristorazione. Si potrebbe pensare allora che una ripetizione esasperata di queste parole faccia conquistare le prime posizioni ad una pagina web. Non è così semplice. Lo spider (il software utilizzato dai motori di ricerca) nella scansione delle pagine non tiene conto di parole che hanno una frequenza maggiore del 7 o 8%. In certi casi si ottiene il risultato opposto e mette all’indice il sito come spamming.
Si può dire che una buona rilevanza si ottiene cercando di usare il buon senso che è alla base delle scelte dei motori di ricerca. Un sito che abbia un numero elevato di pagine con dei contenuti ben strutturati e pertinenti al suo settore avrà poche difficoltà nel conquistarsi delle buone posizioni. Ci sono, però, da considerare altri elementi che giocano a favore o sfavore e dipendono dal settore nel quale lavorate. Chi opera nel software o nel turismo avrà maggiori difficoltà nella conquista di un buon posizionamento rispetto a chi opera nella siderurgia o nelle forniture alberghiere. Quando la concorrenza è elevata e il numero dei siti aumenta a dismisura alcune parole chiave diventano off limits. Per un’agenzia di viaggi o una software house che oggi mettano in rete il loro primo sito web sarà del tutto impossibile conquistarsi le prime posizioni con delle keywords tipo: viaggi e software. Per consolazione c’è da dire che in una strategia di posizionamento alcune keywords apparentemente allettanti come appunto viaggi e software potrebbero non essere le migliori per ottenere visite qualificate. Se siete un tour operator e le vostre destinazioni sono Grecia e Turchia sarà molto più vantaggioso per voi puntare su keywords tipo: Viaggi Grecia e Viaggi Turchia piuttosto che viaggi. Non solo perché più semplici da conquistare ma perché le visite che avrete dai motori di ricerca si convertiranno in un maggior numero di contatti qualificati. Quando si realizza un sito o se ne fa il restyling è di fondamentale importanza studiare per ogni pagina quali saranno le parole chiave su cui puntare per ottenere visite qualificate.


I meta tag


A cosa servono, quando e come usarli

In questo capitolo prenderemo in esame i meta tag (o "metatag" come vengono spesso

chiamati). I meta tag sono particolari tag HTML attraverso i quali è possibile specificare

informazioni (anzi, meta-informazioni) di vario genere e tipologia su una pagina web.

Questo capitolo tratterà solo quei meta tag correlati ai motori di ricerca. Per una trattazione

più generica e per coloro che non hanno dimestichezza con l'HTML consigliamo di dare

un'occhiata alla documentazione ufficiale W3C sui tag meta (disponibile anche in italiano).

Iniziamo dicendo che ai fini del posizionamento nei motori di ricerca I META TAG NON

SERVONO QUASI A NIENTE.

I meta tag hanno valenza minima

I motori di ricerca decidono la posizione di una pagina basandosi sul testo contenuto nella

pagina stessa, sulla popolarità del sito web e su diversi altri parametri.

Purtroppo si è diffusa la convinzione che i meta-tag servano a "far registrare" un sito sui

motori di ricerca o che la loro presenza su una pagina possa magicamente richiamare gli

spider dei motori o, addirittura, che servano a far arrivare i visitatori sul sito.

Spinto dal desiderio di trovare una soluzione comoda e veloce (anche se inutile), è nato il

luogo comune che per ottenere buoni risultati sui motori di ricerca sia sufficiente fare un sito

web "come capita" (anche tecnicamente scadente) e poi inserire sulle sue pagine i meta tag,

magari creati con un generatore di meta tag ("meta tag generator") trovato sul web.

Chi procede come appena descritto ottiene, ovviamente, risultati disastrosi.

Un sito web non realmente ottimizzato non trae alcun beneficio di posizionamento dai meta

tag, inoltre i numerosi generatori di meta tag esistenti spingono gli utenti ad abbandonarsi

ad automatismi che non permettono loro di capire cosa stanno realmente facendo e che

producono spesso meta tag superflui che non sono di alcun aiuto ai motori di ricerca,

appesantendo inutilmente la dimensione in byte della pagina web.

Per capire come realmente funziona l'ottimizzazione e la registrazione dei siti sui motori di

ricerca consigliamo di leggere attentamente tutti i capitoli della guida di Motoricerca.info

I meta tag a cui faremo riferimento hanno perso quasi del tutto la loro efficacia come

strumento per il posizionamento delle pagine web, tuttavia rimangono a volte utili per

rafforzare un minimo il tema della pagina e spesso servono anche come strumento di

usabilità nei confronti degli utenti.

Essenzialmente, i meta tag dedicati ai motori di ricerca sono tre:

1. DESCRIPTION

Questo meta tag permette di inserire una descrizione dei contenuti della pagina web in

cui esso appare.

2. KEYWORDS

Questo meta tag consente di specificare una lista di parole chiave che riguardano gli

argomenti trattati nella pagina web.

3. ROBOTS

A differenza dei due meta tag di cui sopra, il cui scopo è includere informazioni

supplementari sui contenuti della pagina, questo altro meta tag contiene dei "consigli

di comportamento" per gli spider che preleveranno e analizzeranno la pagina.

Spiegheremo meglio in seguito cosa intendiamo con "consigli di comportamento".

A questi tre si aggiungono i meta tag dedicati a Google, che riportiamo in quanto tale motore

assume attualmente un ruolo predominante sulla scena dei motori di ricerca internazionali.

A cosa servono i meta tag DESCRIPTION e KEYWORDS

I primi spider sviluppati dai motori di ricerca si limitavano a leggere l'intestazione delle

pagine HTML da indicizzare e una piccola quantità di testo della pagina, nell'ordine di qualche

centinaio di caratteri. Gli algoritmi degli spider erano ancora poco raffinati e inoltre questi

programmi potevano contare su una potenza di calcolo e una capienza dei supporti di massa

inferiore a quella che possediamo oggi. Per tale ragione, non potevano permettersi di

leggere, analizzare ed includere nei propri archivi l'intera pagina HTML ma dovevano

accontentarsi di un suo breve estratto.

Ad aiutare gli spider (ma più genericamente qualunque tipo di browser) a classificare

opportunamente le pagine, intervenivano dunque i webmaster, che includevano importanti

informazioni sui contenuti della pagine nei tag meta, ovvero nell'intestazione, tra i tag HEAD.

In questo modo gli spider potevano accedere ad una sorta di "sunto" dei contenuti della

pagina limitandosi a leggere l'intestazione e poco altro testo nel corpo del file HTML.

Tuttavia, col passare del tempo i programmatori degli spider si accorsero che questo "aiuto"

ricevuto dai webmaster poteva nascondere una tecnica per sviare gli algoritmi di

classificazione dei motori di ricerca; era infatti sufficiente inserire nei meta tag descrizioni e

keyword non attinenti ai contenuti reali delle pagine per poter apparire in ricerche non

correlate ai termini cercati dagli utenti.

Per questa ragione i motori di ricerca volsero i propri sforzi a realizzare nuovi algoritmi, che

prendevano in esame principalmente i contenuti testuali della pagina, relegando i contenuti

dei meta tag ad una posizione di importanza secondaria. Oggi non è più possibile barare con

i meta tag come si faceva una volta, anzi, molti motori di ricerca penalizzano i siti che

presentano contenuti dei meta tag non attinenti agli argomenti trattati in seguito nel corpo

pagina web.

I meta tag DESCRIPTION e KEYWORDS, dunque, servono oggi solo a "consolidare" gli

argomenti trattati in una pagina web e non vanno comunque utilizzati per fuorviare gli

algoritmi dei motori di ricerca.

Contenuti del meta tag DESCRIPTION

Il suddetto meta tag ha lo scopo di fornire allo spider una breve descrizione dei contenuti

della pagina. E ripetiamo: una breve descrizione, che non dovrebbe mai superare le due

righe di testo (150 caratteri o giù di lì).

Tale testo deve ospitare un piccolo sunto degli argomenti trattati nella pagina, di cosa si

parla, a chi si rivolge, ecc. Dovrebbe anche enfatizzare gli argomenti che più di altri possono

attirare l'attenzione del lettore, in quanto il contenuto di questo tag meta viene spesso

riportato dai motori di ricerca nelle ricerche effettuate dagli utenti.

I contenuti di tale tag devono dunque servire per dare all'utente dei motori di ricerca un'idea

di ciò che troverà nella pagina, prima ancora che essa venga visitata. La descrizione deve

essere semplice, efficace e di tipo discorsivo, non banalmente sfruttata per includere parole

chiavi. "Spettacolarizzare" i contenuti è controproducente, perché tutto il testo del meta tag

dovrebbe essere attentamente sfruttato per comunicare al lettore informazioni utili e non per

lanciare slogan.

Esempio errato:

Compravendita e affitti di immobili, case, ville e villini, appartamenti, monolocali, terreni,

casali, ecc.

Altro esempio errato:

Agenzia immobiliare Tizio & C: le migliori offerte immobiliari che puoi trovare! Visita il nostro

sito e dai un'occhiata ai fantastici immobili che abbiamo in catalogo!

Una buona descrizione:

L'agenzia offre consulenza immobiliare e servizi per la compravendita e l'affitto di case e altri

immobili in Lombardia e tutto il nord Italia.

Analizzando i tre esempi indicati sopra, notiamo che il primo di essi cerca di stipare nella

descrizione quante più parole chiave possibili. Si potrebbe obiettare che tali parole

rappresentano comunque dei reali contenuti della pagina e che la lista di parole può

comunque essere considerata efficace per l'utente che dovesse leggere tale descrizione sul

motore di ricerca.

In realtà non è questo che cerca l'utente: la maggior parte dei navigatori si aspetta che i

contenuti vengano offerti sotto forma di un linguaggio semplice ed efficace, che sia

comprensibile e sopratutto che dia l'idea di essere stato scritto da un essere umano e non da

qualche automatismo che si limita ad elencare alcune parole inerenti i contenuti della pagina

web.

La descrizione va dunque sfruttata per includere una breve presentazione discorsiva dei

contenuti della pagina web. Ogni altro tipo di utilizzo, finalizzato ad obiettivi diversi da quello

appena esposto, viene visto con sospetto sia dai navigatori che, sopratutto, dai motori di

ricerca.

Il secondo esempio rappresenta forse il peggior uso possibile del meta tag DESCRIPTION.

Non solo la descrizione non offre un buon numero di informazioni al lettore ma lo stile

pubblicitario verrebbe considerato estremamente poco professionale.

Non si deve commettere l'errore di dare per scontato che i siti che appaiono ai primi posti

nelle classifiche dei motori di ricerca verranno necessariamente visitati dai navigatori. Una

presentazione poco professionale può allontanare i visitatori e vanificare gli sforzi di

un'attenta ottimizzazione dei contenuti del sito web. Quindi: un linguaggio semplice e diretto

ma non volto alla spettacolarizzazione dei contenuti.

Sempre nel secondo esempio si ravvisa l'errore di includere al suo interno il nome della

ditta, che invece dovrebbe apparire nel titolo della pagina e non nella sua descrizione.

Includere il nome del sito all'interno del meta tag DESCRIPTION è solo un modo per

sfruttare male lo spazio a disposizione, che potrebbe essere utilizzato per includere maggiori

e più utili informazioni sui contenuti della pagina.

Il terzo ed ultimo esempio, invece, riporta una buona descrizione. Il linguaggio è semplice e

professionale, comunica al lettore cosa troverà nel sito ancor prima di visitarlo, e fornisce

informazioni utili come l'area geografica di interesse. Inoltre contiene alcune parole chiave.

L'ultima e importante raccomandazione nella stesura di una buona descrizione è quella di

dedicarla ai contenuti della singola pagina che la dovrà ospitare, e non all'argomento

generale di un sito web. La buona descrizione di cui sopra, ad esempio, è particolarmente

adatta alla pagina principale del sito di un'agenzia immobiliare, ma non ad una pagina

interna espressamente dedicata agli affitti, che meriterebbe una descrizione focalizzata

sull'argomento degli affitti. Questo ci porta a concludere che, per ciascuna pagina del sito, è

necessario produrre una descrizione diversa e sempre attinente ai suoi contenuti (regola

peraltro valida anche per il meta tag KEYWORDS).

Esempio di codice HTML per il meta tag DESCRIPTION, da inserire nell'intestazione (HEAD)

della pagina web:

Contenuti del meta tag KEYWORDS

Il meta tag KEYWORDS ha lo scopo di indicare ai motori di ricerca una lista di parole chiave

inerenti i contenuti della pagina web in cui il tag appare. La scelta di tali parole rappresenta

una fase molto importante della stesura di una pagina web, non tanto perché alcuni motori

si basano ancora sui contenuti di questo tag meta per cercare di individuare il tema

principale della pagina, quanto perché le keyword individuate dovrebbero poi essere

utilizzate nel testo contenuto nella pagina.

Per creare una buona lista di termini chiave, è consigliato innanzitutto stilare su un foglio un

breve elenco di tipologie di persone a cui i contenuti della pagina possono interessare.

Bisogna cercare di individuare quante più classi possibili di individui potenzialmente

interessati alle informazioni fornite nella pagina web, ragionando sulle molteplici motivazioni

che possono spingere gente diversa, con diverse esigenze, ad interessarsi di medesimi

contenuti, o di contenuti simili.

Una volta compiuto ciò, il passo successivo consiste nel mettersi nei panni di queste persone

e provare a ipotizzare quali termini è più probabile che costoro cerchino nei motori di

ricerca. I parametri da prendere in considerazione sono diversi perché non solo persone con

esigenze leggermente diverse possono utilizzare parole molto differenti ma anche individui

con la medesima necessità possono pensare parole diverse a seconda dei diversi gradi di

cultura. Persone più colte possono utilizzare termini più ricercati o tecnici o comunque

appropriati all'argomento di ricerca, mentre gente con un vocabolario personale più scarno è

maggiormente portata ad utilizzare termini generici, adattati all'argomento per l'occasione.

Invece di "automobili" o "autovetture" alcune persone potrebbero usare il termine generico

"macchine" e invece di "agenzia di viaggi" o "tour operator" potrebbero preferire un meno

specifico "vacanze".

Un importante fattore da prendere in considerazione e che i suddetti esempi ci illustrano è

che una buona metà degli utenti non sa cosa cercare nè sa come cercarlo. A volte la

gente si limita a indicare un oggetto di ricerca molto generico, senza specificare parole che

indichino al motore di ricerca cosa si intende fare con quell'oggetto. Un utente che cerca

semplicemente "macchine" non fornisce abbastanza indicazioni su ciò che realmente vuole

ottenere. Cerca forse un sito con le quotazioni di mercato delle automobili? Un sito sportivo

che tratta di corse di autovetture? Una ditta che vende automobili di seconda mano? O,

peggio, dei macchinari agricoli per arare un podere?

Sono domande che non possono trovare risposta, ma colui che ha il compito di cercare

parole chiavi da inserire nel tag meta KEYWORDS deve tenere conto di tutte le possibilità e

stilare una lista che contenga non solo i termini più indicati per l'argomento discusso nella

pagina web ma anche parole più generiche, alla portata di chi non possiede un buon

bagaglio linguistico.

Se il sito web ospita informazioni su un'attività lavorativa o su un'azienda che opera in un

ristretto ambito locale, è consigliato cercare keyword che specifichino la zona di operazione

della ditta. Il nome di una città, di una provincia o il nome di una località geografica sono

utilissimi per acquistare visibilità agli occhi degli utenti che restringono il campo di ricerca ad

una specifica località.

Il passo seguente nella scelta delle parole chiave consiste nell'individuare non solo singoli

termini ma anche brevi serie di due o tre parole al massimo che, assieme, identificano

meglio un argomento. Illustriamo di seguito un esempio chiarificatore.

Il sito web di un commercialista potrebbe beneficiare delle seguenti parole chiave:

commercialista

ragioniere

fiscalista

contabile

contabilità

consulente

consulenza

milano

Ecco adesso alcune serie di due o tre parole:

ragioniere commercialista

esperto fiscale

studio di ragioneria

commercialista milanese

consulenza fiscale

consulenza tributaria

La lista di keyword che andranno a costituire il contenuto del meta tag KEYWORDS conterrà

dunque sia singole parole che piccoli gruppi di parole.

Esempio di codice HTML per il meta tag KEYWORDS, da inserire nell'intestazione (HEAD)

della pagina web:

studio di ragioneria,consulenza fiscale,consulente,

ragioniere commercialista, commercialista milanese,milano,ecc.">

Come si può notare, le keyword sono separate da virgole. Tra gli esperti in ottimizzazione

dei siti e posizionamento nei motori di ricerca, la discussione su come le keyword vadano

indicate all'interno del meta tag è sempre aperta. C'è chi consiglia di non usare virgole, chi

di separare le parole con una virgola e uno spazio. Tuttavia, uno dei metodi considerati più

"corretti", e che avalliamo, è quello di separare le keyword solo con una virgola, evitando gli

spazi semplicemente per non introdurre caratteri superflui.

Anche la posizione delle parole all'interno della lista possiede la sua importanza: le parole

elencate ai primi posti vengono considerate dai motori di ricerca più rilevanti rispetto a

quelle che seguono. Per cui è bene inserire tra le prime parole quelle che presumibilmente

verranno usate più frequentemente nelle ricerche degli utenti.

L'ultima importante indicazione è dedicata al numero di parole da inserire nei contenuti del

meta tag KEYWORDS. Non bisogna eccedere in numero; è opinione comune che "poche

sono meglio di molte", per cui il nostro consiglio è di non superare le trenta keyword

(intese come singole parole o gruppi di parole) e possibilmente di mantenersi intorno alle

quindici o poco più.

Rapporto tra i meta tag e i contenuti della pagina

Quella che segue è una regola importantissima, tanto che le viene dedicato un paragrafo a

sè stante: i contenuti dei meta tag DESCRIPTION e KEYWORDS devono essere compatibili

con i contenuti testuali della pagina web.

Una volta individuata una descrizione ed serie di parole chiave che rappresentano bene i

contenuti della pagina, è necessario effettuare un lavoro indispensabile, affinché i termini

scelti risultino realmente efficaci nel posizionare il sito: controllare che siano presenti nel

testo della pagina.

Questa regola vale in particolar modo per le keyword: tutte le keyword presenti nel relativo

meta tag devono apparire anche nel testo contenuto nel corpo della pagina. Ad essere

sinceri, è presumibile che alcuni motori di ricerca non siano così ristrettivi e che in realtà

permettano una certa elasticità nel tollerare la quantità di keyword non presenti nel testo.

Per un pieno grado di sicurezza, però, è altamente consigliato che le keyword utilizzate nel

testo siano tutte.

Ciò non sempre è facile da ottenere, e sarà possibile incontrare alcune difficoltà nel cercare

di far apparire tutte le keyword nel testo, senza con questo ridurre la qualità dei contenuti e

la leggibilità della pagina. Al solito, sarà l'esperienza acquisita nel tempo ad aiutare il

webmaster ad ottenere buoni risultati.

Il meta tag ROBOTS

Differentemente dai precedenti due, il meta tag ROBOTS non ha lo scopo di fornire

informazioni inerenti i contenuti della pagina web. Al contrario, si tratta di un modo per

comunicare con lo spider del motore di ricerca e invitarlo a seguire alcune direttive circa

l'uso della pagina web prelevata.

Attualmente, le direttive impartibili allo spider sono due ed hanno i seguenti scopi:

1. Richiesta di includere (o non includere) i contenuti della pagina nell'archivio del motore

di ricerca

2. Richiesta di seguire (o non seguire) tutti i link presenti nella pagina, al fine di

individuare altre pagine del sito web

Per chiedere allo spider di indicizzare (ovvero archiviare) i contenuti della pagina si usa la

direttiva INDEX. Se, invece, non si desidera che i contenuti della pagina vengano archiviati

si usa la direttiva NOINDEX.

Per chiedere allo spider di seguire tutti i link contenuti nella pagina si usa la direttiva

FOLLOW. Al contrario, per impedire che lo spider segua i link contenuti nella pagina si usa la

direttiva NOFOLLOW.

I due tipi di direttive possono essere combinati a piacere e inclusi nel contenuto del tag

ROBOTS separandoli con una virgola.

Il seguente esempio invita lo spider a catalogare la pagina e a seguirne tutti i link trovati al

suo interno:

L'esempio successivo chiede allo spider di non includere la pagina negli archivi del motore di

ricerca. Tuttavia, si invita lo spider a seguire i link presenti nella pagina:

<META NAME="ROBOTS" CONTENT="NOINDEX,FOLLOW">

Le due direttive possono essere combinate tra loro a discrezione del webmaster e

compatibilmente con le sue esigenze. È consigliato non far archiviare pagine dai contenuti

temporanei e soggette a prossima cancellazione. Oppure si può chiedere allo spider di non

seguire i link ad alcune pagine private del sito, non dedicate al pubblico lettore.

Una raccomandazione importante da fare circa i contenuti del meta tag ROBOTS è quella di

non indicare direttive in conflitto tra di loro (ad esempio INDEX e NOINDEX assieme) e

quella di non ripetere le direttive.

Esistono due ulteriori direttive: ALL, che "accende" tutte e due le direttive e che quindi è

sinonimo di "INDEX,FOLLOW", e NONE che "spegne" tutte e due le direttive e che è dunque

sinonimo di "NOINDEX,NOFOLLOW".

Alcune importanti precisazioni finali:

􀁺 In mancanza del meta tag ROBOTS, gli spider si comportano come se avessero trovato

INDEX,FOLLOW

􀁺 I motori di ricerca che riconoscono e rispettano il meta tag ROBOTS sono la maggior

parte, ma non tutti. Abbiamo usato il termine "consigli di comportamento" proprio

perché non c'è la sicurezza matematica che tutti gli spider seguano le indicazioni del

meta tag ROBOTS

I meta tag dedicati a Google

Esistono meta tag espressamente dedicati al motore di ricerca Google.

Quando Google visita una pagina web, archivia nei propri database il file HTML ricevuto.

Successivamente, quando gli utenti effettuano una ricerca, Google offre, oltre ai link alle

pagine web elencate, anche un link alle copie che tiene in archivio; tale link mostra la

dicitura "Copia cache" o "Cached".

Questo permette agli utenti di prendere visione dei contenuti della pagina web risalenti a

quando Google ha visitato la medesima, cosa che può tornare comoda qualora la reale

pagina web non fosse raggiungibile per problemi tecnici.

Tuttavia, alcuni webmaster non gradiscono che Google consenta agli utenti di osservare la

pagina HTML così come è stata letta dal motore di ricerca. Per questa ragione, Google ha

ideato un apposito meta tag attraverso il quale i webmaster possono chiedere al motore di

ricerca di non conservare una copia della pagina web. Ecco la sua sintassi:

L'uso di questo meta tag impedisce a Google di tenere una copia della pagina e rimuove dai

risultati delle ricerche la visualizzazione del link con la dicitura "Copia cache".

Il secondo meta tag dedicato a Google consente di rimuovere dai risultati delle ricerche lo

"snippet", ovvero l'estratto della pagina che Google crea "al volo" e che mostra sotto il link

alla stessa.

Questo meta tag è nato perché non sempre gli estratti creati da Google sono realmente

rappresentativi dei contenuti della pagina. In tali casi, il webmaster può preferire di non far

mostrare alcun estratto, ricorrendo al seguente meta tag:

<META NAME="GOOGLEBOT" CONTENT="NOSNIPPET">

Va notato che tale richiesta di rimozione degli estratti comporta implicitamente anche la

rimozione della copia della pagina che Google mantiene nei suoi archivi, producendo il

medesimo effetto del meta tag "NOARCHIVE" pocanzi illustrato.

Quando il meta tag ROBOTS non basta

Il meta tag ROBOTS sopra discusso è un utile strumento per controllare i comportamenti

degli spider, ma non è l'unico. Nel prossimo capitolo discuteremo di un altro mezzo: il file

robots.txt.

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